venerdì 18 marzo 2011

Schema Therapy: un approccio cognitivo-comportamentale integrato al trattamento dei disturbi di personalità

La Schema Therapy rappresenta un approccio terapeutico che integra e amplia la terapia cognitivo-comportamentale (TCC o CBT nell’acronimo inglese) utilizzato efficacemente[1] nel trattamento dei pazienti con disturbi di personalità o con particolare resistenza al cambiamento. Negli ultimi anni la TCC ha rivolto il proprio interesse verso l’area dei disturbi di personalità con l’obiettivo di sviluppare modelli di trattamento maggiormente efficaci nei confronti di pazienti con patologie tendenti alla cronicità.

Con questo intento sono stati realizzati nuovi approcci in direzione integrativa della TCC tradizionale. Fra questi la riarticolazione della terapia cognitiva standard ad opera dello stesso A.T. Beck assieme ad A. Freeman (1993), il modello dialettico-comportamentale di M. Linehan (2001) e la terapia cognitiva centrata sulla promozione delle capacità metacognive di A. Semerari (1999). Ed è in questo filone che si inserisce la Schema Therapy sviluppata dal clinico e ricercatore statunitense Jeffrey Young (2007).


Gli schemi maladattivi precoci

La Schema Therapy è centrata sul concetto di “schema maladattivo precoce” (SMP), all’origine dei tratti patologici di personalità e dei disturbi di personalità propriamente detti.

In psicologia e psicoterapia cognitiva uno schema è una modalità organizzativa tramite la quale un individuo interpreta i propri vissuti esperienziali. Gli schemi cognitivi, che possono essere positivi o negativi per l’adattamento, si formano solitamente durante l’infanzia e l’adolescenza e “filtrano” e organizzano le esperienze vissute in età adulta anche quando la loro lettura è inappropriata e distorta.

Uno schema maladattivo precoce è un’organizzazione emotiva e cognitiva disfunzionale che viene utilizzata per comprendere se stessi e gli altri e che si sviluppa nell’infanzia o nell’adolescenza e si mantiene per tutta la vita. Gli SMP sono resistenti al cambiamento, le persone restano solitamente legate a queste modalità interpretative pur ricavandone sofferenza emotiva e svantaggi sul piano dell’adattamento.

Il modello della Schema Therapy ha individuato diciotto SMP, distinti in cinque categorie o “domini”: distacco e rifiuto (schemi compresi: abbandono, sfiducia/abuso, deprivazione emotiva, inadeguatezza, esclusione sociale), mancanza di autonomia e abilità (schemi compresi: dipendenza, vulnerabilità, invischiamento, fallimento), mancanza di regole (schemi compresi: pretese/grandiosità, autocontrollo e autodisciplina non sufficienti), focalizzazione sugli altri (schemi compresi: sottomissione, auto-sacrificio, ricerca di approvazione/ammirazione), ipervigilanza e inibizione (schemi compresi: negatività/pessimismo, inibizione emotiva, standard severi/ipercriticismo, punizione).


Esiti degli schemi: mantenimento o correzione

Gli SMP possono dar vita a due processi: il mantenimento e la correzione. Pensieri, sentimenti, esperienze e comportamenti che abbiano a che fare con uno schema possono concorrere al suo mantenimento (se lo rinforzano) o alla sua correzione (se lo indeboliscono).

Gli SMP vengono mantenuti da tre principali meccanismi: le distorsioni cognitive, gli stili di vita autodistruttivi e gli stili di coping disfunzionali o maladattivi.

Le distorsioni cognitive sono particolari modalità cognitive disfunzionali di valutare le esperienze e gli eventi, già considerate in TCC coinvolte nella genesi e mantenimento di disturbi in asse I e II.

Con la messa in atto di stili di vita autodistruttivi il soggetto, senza esserne consapevole, favorisce circostanze e situazioni interpersonali che mantengono lo SMP, evitando invece quelle che potrebbero indebolirlo o addirittura invalidarlo.

Gli stili di coping maladattivi vengono sviluppati per far fronte agli SMP ma ne rappresentano elementi attivi nel processo di mantenimento. Sono stati distinti tre stili di coping maladattivi: la resa, l’evitamento e l’ipercompensazione. Per ognuno di questi stili esistono varie e specifiche risposte di coping.

Completa il modello teorico di Young il concetto innovativo di “mode” che si riferisce all’insieme di schemi e relative operazioni (adattive e maladattive) attivi in un soggetto in un determinato momento. I mode sono raggruppati in quattro categorie: Bambino, Coping disfunzionale, Genitore disfunzionale, Adulto funzionale.


Correzione degli SMP e intervento terapeutico

La correzione degli SMP è il principale obiettivo della Schema Therapy, dove per correzione intendiamo la trasformazione di uno schema maladattivo in uno più funzionale e positivo per l’adattamento. L’intervento terapeutico opera sui livelli cognitivo, emotivo e comportamentale con l’obiettivo di indebolire lo schema disfunzionale, modulare l’intensità delle emozioni ad esso associate e favorire nel paziente l’apprendimento e la messa in atto di strategie di coping più funzionali.



[1] http://www.isst-online.com/publications

  
Riferimenti bibliografici:

Beck A.T. e Freeman A. (1993), Terapia cognitiva dei disturbi di personalità, Mediserve.
Linehan M. (2001), Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline, Cortina.
Semerari A. (a cura di) (1999), Psicoterapia cognitiva del paziente grave, Cortina. 
Young J.E. et al. (2007), Schema therapy. La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità, Eclipsi.